L' INFORMAZIONE FINANZIARIA PROSPETTICA ED IL GIUDIZIO DI RAGIONEVOLEZZA

Il valore d’azienda (qualunque configurazione di valore si adotti) è funzione dei risultati attesi. Pertanto l’uso di informazione di natura prospettica è una componente essenziale nelle valutazioni d’azienda.

Con il termine informazione finanziaria prospettica si intende qualunque documento o foglio di lavoro che contenga informazioni qualitative e quantitative frutto di un esercizio di previsione. Normalmente l’informazione finanziaria prospettica in relazione all’orizzonte temporale coperto assume la denominazione di budget o di piano. Di norma con i termini budget e piano ci si riferisce a documenti approvati dagli organi aziendali responsabili, documenti che non esauriscono l’ampio spettro di informazioni di natura prospettica (di fonte interna o esterna) che possono essere disponibili.

L’esercizio di previsione, in relazione al contesto, alle caratteristiche dell’impresa, al suo stadio di vita, all’informazione disponibile al soggetto che lo svolge, alla esperienza passata, alla prevedibilità di ambiente, al grado di coinvolgimento delle funzioni aziendali e della volontà strategica di realizzare gli obiettivi, ecc. può presentare diversi gradi di: rischio intrinseco, complessità, analiticità, affidabilità, completezza, impegno strategico, sostenibilità finanziaria, verifica esterna. l rischio intrinseco dell’esercizio di previsione riguarda l’ampiezza della dispersione di possibili risultati alter-nativi. Normalmente l’esercizio di previsione si riferisce ad uno scenario (il più probabile o uno scenario medio atteso): il rischio intrinseco riguarda la dispersione dei possibili risultati rispetto allo scenario adottato nella previsione. Maggiore è la dispersione, maggiore è il rischio atteso. Normalmente quanto più il risultato della previsione è sensibile alla variazione delle variabili chiave maggiore è il rischio intrinseco della previsione stessa. 

La complessità dell’esercizio di previsione è determinata dal numero delle variabili chiave che hanno impatto sulla previsione e sulle loro relazioni reciproche. Un numero elevato di variabili può generare anche degli effetti compensativi. Ad esempio la previsione dei ricavi di una impresa multi-prodotto può risultare meno rischiosa della previsione dei ricavi di un’impresa monoprodotto, per via di un effetto di compensazione fra le diverse tipologie di prodotto, tuttavia se la marginalità dei singoli prodotti è molto differente da prodotto a prodotto la previsione dei redditi dell’impresa multiprodotto rimane comunque più rischiosa della previsione dei redditi dell’impresa monoprodotto.

L’analiticità dell’esercizio di previsione riguarda la modalità con cui si forma la previsione. Una previsione di ricavi ottenuta applicando ai ricavi correnti un tasso di crescita desunto dal trend storico dei risultati d’impresa è meno ana-litica di una previsione che identifica le variabili chiave alla base della dinamica dei ricavi (ad esempio: prezzo, volumi, valuta) e prevede la dinamica attesa di ciascuna di esse.

L’affidabilità dell’esercizio di previsione riguarda la base informativa disponibile a supporto della previsione. Una previsione è tanto più affidabile quanto maggiori sono le evidenze in grado di corroborare l’esercizio di previsione e quanto minori sono le evidenze di segno contrario. Ad esempio se nel passato si sono registrati ripetuti e rilevanti scostamenti fra previsioni e consuntivi vi è evidenza che l’ambiente in cui opera l’impresa sia difficile da prevedere o che il processo seguito per generare l’informazione prospettica è inadeguato. Il grado di affidabilità dell’esercizio di previsione è anche funzione dell’estensione temporale della previsione stessa. Ad esempio un esercizio di previsione può essere molto affidabile se riferito ad un anno e molto meno affidabile per le previsioni a due o tre anni. a completezza dell’esercizio di previsione riguarda gli input , le assunzioni e gli output dell’esercizio di previsione, i quali spesso dipendono dalla finalità della previsione. Con riguardo agli input ad esempio un esercizio di previsione può risultare incompleto se non considera la possibile reazione dei concorrenti ad azioni d’impresa che possono modificare l’equilibrio competitivo di mercato o di settore. Con riguardo alle assunzioni, un esercizio di previsione può risultare incompleto se assume uno scenario competitivo stabile in presenza di una concreta minaccia dell’ingresso di nuovi entranti nel settore o degli effetti della introduzione di una nuova tecnologia. Con riguardo agli output, invece, un’impresa che si limita a produrre previsioni di conto economico solo fino alla linea dell’Ebitda in quanto la finalità dell’esercizio di previsione consiste nel fissare gli obiettivi commerciali alla forza di vendita e verificarne l’impatto in termini di margini lordi svolge un esercizio di previsione incompleto. Relativamente agli output un esercizio di previsione è completo quando riguarda il conto economico, lo stato patrimoniale ed il prospetto dei flussi di cassa. ’impegno strategico che caratterizza un esercizio di previsione è funzione dei piani di azione che conseguono alla previsione stessa, in termini di verifica delle risorse disponibili, di assegnazione degli obiettivi, di rimedi individuati in caso di andamento delle variabili chiave diversi da quello previsto. Un esercizio di previsione formulato da un consulente esterno senza coinvolgimento degli organi sociali e del management è privo di impegno strategico. Un esercizio di previsione accompagnato da piani di azione ed assegnazioni di obiettivi specificamente individuati presenta un maggiore impegno strategico.

La sostenibilità finanziaria riguarda l’equilibrio delle fonti e degli impieghi di cassa non solo con riguardo al pe-riodo coperto dall’esercizio di previsione, ma anche con riguardo al periodo successivo. L’esercizio di previsione deve fondarsi su una struttura finanziaria adeguata alla tipologia di fabbisogni d’impresa. 

La verifica esterna dell’esercizio di previsione riguarda la presenza (o meno) di controlli diretti da parte di soggetti indipendenti e/o la presenza di riscontri esterni relativamente ai risultati dell’esercizio di previsione. Il controllo diretto attiene ad una verifica da parte di un soggetto indipendente degli input, delle assunzioni e degli output del piano. Ad esempio un piano attestato ai sensi del principio di revisione ISAE 3400 costituisce un controllo diretto. I riscontri esterni possono invece essere rappresentati da previsioni di consenso di equity analyst che seguono una società quotata dopo l’annuncio da parte della stessa società del piano (o dei principali risultati previsti di piano), oppure dalla disponibilità di un nuovo socio di entrare nel capitale della società sotto-scrivendo un aumento di capitale regolato ad un prezzo che si fonda sull’esercizio di previsione oppure dall’ap-provazione da parte di uno o più istituti di credito di un finanziamento a lungo termine per un investimento rilevante sulla base di un piano i cui effetti sono illustrati nell’esercizio di previsione.

Gli otto profili descritti si combinano fra loro in forme diverse in relazione a specifici fatti e circostanze, con la conseguenza che le relazioni reciproche non sono univoche. Ad esempio non si può sempre sostenere che un maggiore grado di analiticità dell’esercizio di previsione si accompagni necessariamente ad una maggiore affidabilità o che un maggiore impegno strategico comporti un minore rischio intrinseco dell’esercizio di previsione o an-cora che una maggiore completezza dell’esercizio di previsione sia garanzia di sostenibilità finanziaria del piano.

Per questa ragione l’esperto di valutazione è chiamato a valutare i diversi profili sopra richiamati nello specifico contesto ed a formarsi un proprio autonomo giudizio sull’informazione finanziaria prospettica disponibile. Il giudizio che l’esperto di valutazione è chiamato ad esprimere riguarda la ragionevolezza dell’informazione prospettica. L’informazione prospettica può dirsi ragionevole quando un altro esperto che esercitasse un adeguato scetticismo professionale riterrebbe l’informazione finanziaria prospettica una fonte informativa utile alla stima del valore d’azienda.

Qualsiasi giudizio riferito all’informazione finanziaria prospettica dovrebbe ricadere in una delle seguenti tre categorie:

a)      Piena ragionevolezza (= l’informazione finanziaria prospettica è ragionevole e può essere utilizzata senza modifiche a fini valutativi);

b)      Ragionevolezza limitata (= l’informazione finanziaria prospettica non è pienamente ragionevole ed impone di adottare dei rimedi per poter essere utilizzata a fini valutativi);

c)      Assenza di ragionevolezza (= l’informazione finanziaria prospettica non può essere utilizzata a fini valutativi).

In caso di giudizio di ragionevolezza limitata i rimedi che l’esperto può adottare sono di tre tipi:

a)     Approfondimenti, modifiche, aggiustamenti ai flussi prospettici;

b)     Aggiustamenti al tasso di sconto per riflettere dei profili di rischio non considerati nel piano;

c)   Affiancamento ai criteri di valutazione fondati sull’informazione prospettica di altri criteri di va-lutazione e/o attribuzione ai criteri di valutazione fondati sull’informazione finanziaria prospettica di un minore peso nella identificazione del risultato finale di stima.

 

Fonte: Rivista OIV n. 1 2019 Mauro Bini e Nunzio Visciano “L’USO DELL’INFORMAZIONE FINANZIARIA PROSPETTICA NELLA VALUTAZIONE DELLE AZIENDE”